La battaglia di Mantinea si svolse nel 362 a.C. durante la guerra tra gli stati greci di Sparta e Tebe per il dominio della Grecia antica.
La battaglia ebbe luogo nella pianura di Mantinea, una città-stato situata nell'odierna Grecia centrale. L'esercito di Tebe, comandato dal generale tebano Epaminonda, si scontrò con l'esercito spartano, guidato da Agesilao II.
Epaminonda riuscì a ottenere una vittoria tattica grazie all'uso delle sue forze di cavalleria e infanteria pesante contro le forze spartane. Le fazioni di Tebe e Sparta ebbero un alto numero di vittime, ma alla fine fu Tebe ad avere un vantaggio strategico nella guerra.
Questa battaglia fu notevole per diversi motivi. In primo luogo, la vittoria di Tebe segnò la fine della supremazia spartana nella Grecia antica e segnò l'inizio dell'egemonia di Tebe.
In secondo luogo, questa fu una delle prime battaglie in cui furono utilizzate formazioni di falange oblique. Epaminonda scelse di schierare le sue truppe su un fronte inclinato, in modo da poter attaccare il fianco dell'esercito spartano e sfruttare al meglio la sua cavalleria.
Infine, la battaglia di Mantinea è famosa per essere stato il teatro della morte di Epaminonda e di molti altri comandanti di spicco, da entrambi gli schieramenti. Nonostante la vittoria di Tebe, mantenne le sue pretese su Mantinea, ma alla fine dovette ritirarsi il giorno successivo.
In conclusione, la battaglia di Mantinea fu uno scontro significativo nella storia greca antica, che segnò un punto di svolta nell'egemonia tra Tebe e Sparta.
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